Leggende d'Italia: il paese, il castello e le cipolle di Treschietto
SCOPRIAMO IL RACCONTO DI MARCO BERTOLI
Oggi scopriamo l'ambientazione del racconto di Marco Bertoli: "L'un contro l'altro armati", inserito nell'antologia di racconti fantastici "Fantasmi d'Italia", di NPS Edizioni. Come sempre, un piccolo grande capolavoro dello scrittore.
IL PAESE DI TRESCHIETTO
Treschietto sorge su di un territorio terrazzato, protetto da montagne che, seppur non elevate in assoluto, risultano imponenti a causa del dislivello altimetrico concentrato in pochi chilometri. Fra esse spicca il Monte Matto con la sua forma appuntita.
Abitato in origine dai liguri apuani, risalgono all'epoca romana le prime tracce del sito castellano che controlla la vallata delimitata dal torrente Acquetta ad ovest, dal Bagnone a sud e dal Tanagorda a nordest.
Fino al 1950, anno di apertura della odierna strada carrozzabile, il borgo è stato accessibile solo via mulattiere e tramite due ponticelli con arco a tutto sesto in pietra arenaria.
(Treschietto = Trasdkié in dialetto della Lunigiana)
La Storia Documentata
Treschietto fu dominio dei marchesi Malaspina dello Spino Fiorito di Filattiera. Il feudo toccò, in seguito alla divisione ereditaria del 1351, a Giovanni Malaspina detto il Berretta, che fece costruire il castello e lo usò come sua residenza principale.
Nel 1698 il marchese Ferdinando, l'ultimo della dinastia, vendette il suo feudo al Granduca Cosimo III. Fu poi ceduto al principe Corsini di Firenze.
Nel 1800 fu occupato dai Francesi e nel 1814 unito agli Stati Estensi della Lunigiana.
Dal 1805 al 1849 fu sede di un Comune che fu in seguito aggregato a quello di Bagnone.
TRESCHIETTO - Urbanistica
Il paese di Treschietto ha avuto uno sviluppo urbano per aggregati che possiedono una propria autonomia abitativa.
Le borgate che compongono Treschietto sono: Fenale (in dialetto Fenal), dove è ubicata la Chiesa paesana, Castello (Castél), Palestro, Querceta (Quarcéd) e Valle.
TRESCHIETTO - Popolazione
La disintegrazione urbana di Treschietto è espressa da un modo di dire che definisce i suoi abitanti Topi d' Trasdkié a indicare che, per quanto il visitatore girasse per il borgo, fosse difficile incrociare qualcuno, quasi che gli autoctoni stessero nascosti in casa come topi.
A questa nomea si contrappongono quelle delle frazioni vicine: i Gati d' Jera (i Gatti di Jera) e i Lupi d' Compiòn (I lupi di Compione).
IL CASTELLO DI TRESCHIETTO
I ruderi del castello di Treschietto sono in una proprietà privata e accessibili solo dal lato nord-est. Sono costituiti da ciò che resta della cinta muraria, di forma quadrilatera allungata sulla cresta, sovrastata dalla torre circolare, un tempo coronata da merlatura e apparato difensivo a sporgere retto da beccatelli dei quali restano alcune tracce. È evidente la somiglianza con le torri dei castelli malaspiniani di Malgrate e Comano; si suppone, quindi, che le maestranze usate per la loro costruzione siano state le stesse.
Degli edifici interni restano pochi segni. La cappella castrense, della cui struttura si riconosce l'abside, è stata ricoperta dai crolli delle mura.
La statua stele
Poco lontano dai ruderi nel 1969 è venuta alla luce una statua-stele femminile. La scultura indossa un monile a goliera formato da anelli a bande parallele nello stile degli amuleti metallici in uso nella prima fase dell'età del Bronzo.
È nota oggi come la Venere di Pietra di Treschietto.
TRESCHIETTO - cucina
Il borgo è celebre per la produzione della Cipolla di Treschietto (cigola d' Trasdkié), cui è dedicata una sagra la prima settimana di maggio.
La pianta bulbosa, appartenente alla specie Allium Cepa L., è varietà da sempre coltivata in questo paese. Le caratteristiche che la rendono unica, oltre alla forma appiattita, il colore rosso rubino all'esterno e bianco con striature rosse nella parte interna, sono una consistenza tenera, carnosa e ricca d'acqua e la dolcezza del gusto, poco pungente e gradevole anche ai palati più delicati. Si possono mangiare come cipolle in erba o mature, ma queste, altra peculiarità, si consumano non oltre la fine di ottobre.
La cipolla matura si presta alla preparazione di piatti quali zuppe e torte, mentre le cipolle in erba sono ottime in pinzimonio e insalate.
Le ricette della cucina tradizionale includono: le cipolle ripiene al forno, le frittate, la torta di cipolle, le cipolle gratinate e la Barbotta, cotta nei testi e preparata utilizzando anche le foglie tenere.
A quanto pare, le coltivazioni di cipolla hanno un potere particolare: riescono a tenere prigioniera l'anima del perfido Giovan Gasparo Malaspina, un'anima dannata che ancora oggi si aggira tra i ruderi. Brr, meglio non incontrarla!
(Articolo di Marco Bertoli)